Progetto Internazionale Papa Alessandro IV

Introduzione

 

    Il Pontefice Alessandro IV (1254-1261, anni di pontificato) scelse Viterbo come luogo di residenza, fuggendo dai conflitti e dai problemi di Roma. I cittadini di Viterbo gli diedero rifugio, fedeltà, amore e sicurezza. Quando morì, la sua sepoltura fu depositata nel cuore del Duomo di Viterbo, in modo che non potesse essere saccheggiata o riesumata dai suoi nemici. Sono passati 750 anni e, oggi, la Chiesa e la Città intendono ritrovare la sua tomba per portarla alla luce svelando il grande mistero della sua sepoltura e far rinascere l’attenzione alla vita e all’opera di un Papa che è stato il più importante per Viterbo e tanto importante nella storia religiosa e politica dell’Europa del XIII secolo.

 

                          

    Per citare brevi appunti della sua opera, possiamo mettere in evidenza che faceva parte della famiglia Conti di Segni, la stessa di Innocenzo III (1198-1216, anni di pontificato), Gregorio IX (1227-1241, anni di pontificato) e anche, nel ‘700, Innocenzo XIII (1721-1724, anni di pontificato). Si circondò di una corte dei più illustri saggi dell'epoca, San Bonaventura da Bagnoregio, Sant’Alberto Magno e San Tommaso d'Aquino. Dichiarò come reali le stigmate di San Francesco, assicurando di averle viste e canonizzò Santa Chiara d'Assisi. Promulgò l’indulgenza plenaria con la bolla “Liceo Ecclesiae Catholicae” che servì anche ad organizzare gli eremiti d’ispirazione agostiniana in un solo ed unico Ordine. Iniziò i preparativi per un Concilio a Viterbo cercando di stabilire una comunione con la Chiesa d’Oriente. Da lui fu voluta la riesumazione e il trasferimento del corpo di Santa Rosa presso il convento delle Clarisse, da cui trae spunto la più importante festa religiosa e tradizionale di Viterbo. Approvò la creazione dell’Università di Salamanca (Spagna), quarta università mondiale dell’epoca tra Parigi, Oxford e Bologna. Cercò di organizzare le crociate contro i Tartari. Nominò il primo arcivescovo di Siviglia (Spagna). Scagliò la scomunica contro Manfredi figlio illegittimo di Federico II.

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