Progetto Internazionale Papa Alessandro IV

I Ritrovamenti archeologici nel Colle del Duomo

 

Sull’area del Colle del Duomo di Viterbo non si è mai fatta una ricerca sistematica a livello archeologico. Partendo dall'800 fino ad oggi, sono stati pochi i ritrovamenti fatti anche per mancanza di un progetto di studio; solo negli ultimi anni sono state eseguite due ricerche a livello scientifico archeologico. In principio ci sono stati solo ritrovamenti casuali. Riassumiamo, di seguito, i ritrovamenti e gli studi cronologicamente:

 

1849 – Grazie agli scritti dello storico Orioli si è venuti a conoscenza del basamento di una torre e di un tratto di via basolata presso la piazza del Duomo; così riferisce l’Orioli “...ho avviso di mio nipote Crispino Bonagente, architetto, che, di fianco alla piazza del Duomo, e sulla linea che par dovesse tenere la principale via della città antica, il fondamento di una torre si trovò, a opera quadrata, e rasente a quello un pezzo di strada  lastricata come la via Cassia, dirigentesi appunto verso la seconda delle due porte, le quali enumeravano…” (sul versante occidentale del colle). (ORIOLI 1849, p.40).

 

1876-1878 – In questi anni si restaura il pavimento alessandrino del Duomo, l’Egidi ci racconta, con un articolo del 1906 “…rimosso il pavimento, presso la porta maggiore e a non molta profondità gli operai si incontrarono in una platea di opera cementaria durissima, e a metà circa della nave di mezzo in un muro a grosse pietre regolari che correva parallelo al colonnato alla distanza di un metro circa: altro muro simile ad angolo retto col primo tagliava quasi tutta la nave. Vari frammenti di scultura, di cui i più importanti (fascia con grifoni e festoni di frutta, fregio con tritoni) sono conservati nel museo comunale (II, R, III, 1-3) e una iscrizione frammentaria (CIL XI, 3027) erano tra le pietre sparse intorno alle mura. Lo scavo non fu approfondito anzi in fretta furono ricoperti anche i ruderi ritrovati per timore ne venisse ostacolo ai lavori del pavimento, né le cose vedute fu conservato documento scritto. Devo alla ottima memoria di monsignor Giacomo Bevilacqua, se posso parlare con qualche sicurezza. Ma saranno stati romani i ruderi o medievali? (EGIDI 1906, p. 8, n. 3).


Questi reperti marmorei, conservati nel museo comunale di Viterbo, sono stati oggetto di uno studio tipologico (VANNICCI E., 2004-2005):

- la fascia con grifoni e festoni di frutta, fregio con tritoni, basandosi sull’analisi stilistica, apparterrebbe ad un frammento di sarcofago fatto in marmo bianco, di grana fine, risalente probabilmente al II secolo d.C.;

- il blocco d’architrave, di forma parallelepipeda, con rilievo decorativo e iscrizione posta nel retro, “DOMITIL”, potrebbe risalire, secondo il Pensabene, al 69 d.C., e si riferirebbe a Flavia Domitilla, moglie dell'imperatore Vespasiano, originaria di Ferento. Si ritiene, inoltre, che provenga da Ferento.

 

1907 – Si iniziano i lavori per rinforzare le mura di fondazione dell'archivio vescovile trovando reperti di varie epoche ed un discreto numero di pezzi scultorei ed architettonici d’età romana ed altomedievale, frammenti di vasi aretini e due frammenti d’epigrafi. (RASPI SERRA, 1974 a, p280 e fig. 456; CAROSI 1986, pp. 12-13).

 

Signoreli riferì che nei lavori di consolidamento delle fondazioni dell’Archivio del Palazzo Papale fu trovato un "columbarium", frammenti di vasi etruschi e frammenti di marmi romani, che lo Scrittoli crede provenienti da Ferento. Sono stati, inoltre, trovati pezzi di colonne spezzate che Andrea Scriattoli pensa formassero parte dal monumento di Alessandro IV. (SIGNORELLI, 1962, p. 183-184).


1933 – Nei lavori d’abbassamento del piano della piazza del Duomo e di Via San Lorenzo il Gargana dice che si ritrovarono due tratti di mura in grandi blocchi di peperino squadrati, alcuni posti per lungo ed altri per testa ma senza un’eccessiva regolarità di misure e finezza di taglio. Uno in corrispondenza con le fondazioni della chiesa di San Giuseppe e l'altro di palazzo Marsciano. Queste mura sono ancora visibili oggi.  (GARGANA 1933;VALTIERI 1977)


1950-1953 – Nei lavori eseguiti dal Genio Civile per la ricostruzione del pavimento del Duomo sì avviarono degli scavi al suo interno per scoprire il primitivo abside della chiesa. I lavori prevedevano uno scavo della profondità di 5 metri, ma i documenti mostrano che lo scavo fu solo per una profondità che di metri 1,10. Dalla documentazione del Genio Civile si rileva inoltre scavi nel transetto per una profondità di metri 2,10. Purtroppo i lavori furono compiuti in maniera rapida senza lasciare dati di natura archeologica.

 

1968 – Nei lavori effettuati nei sotterranei del Duomo, per il nuovo impianto di riscaldamento, nello spazio oltre la metà della navata laterale di sinistra, in prossimità, dell'ottavo e nono pilastro, furono rinvenute diverse lapidi funerarie. Grazie alle planimetrie accurate, che si trovano nel libro di monsignor Del Ciuco, sappiamo che dall'arco superiore della cripta, ove erano contenuti tre sarcofagi, fino al pavimento l’altezza/profondità era di circa 3 metri; forse un po' di più, circa mezzo metro considerando che sui disegni sono riportate le fondamenta delle mura della cripta ed il condotto del riscaldamento. (DEL CIUCO, 1986)

 

1997-1998 – Paolo Güll, Domenico Fronti, Giuseppe Romagnoli e Francesca Wick eseguirono gli scavi, per la realizzazione del “museo della cristianità”, situato nei locali annessi al Duomo; locali costruiti in epoche diverse a partire dal XIII secolo. In essi si trovarono sarcofagi in peperino del tipo a “logette”, utilizzati come ossari, provenienti da un'area di tombe terragne databili tra il XVII e il XVIII secolo, tutte orientate ad est. Uno dei sarcofagi si trova sotto le mura della prima cappella sinistra del Duomo. Si scoprì un struttura idraulica in muratura del XIX secolo e si ritrovarono ceramiche d’epoca moderna e sporadici frammenti di ceramica romana, soprattutto aretina ed a “vernice nera”. Nell'accesso orientale dei locali si osserva una struttura in grossi blocchi di tufo orientata nord-sud.

 

Secondo i nominati archeologi il muro di maggior significato è quello perimetrale della navata meridionale e l'abside del Duomo romanico che presenta una risega, con le lastre residue visibili sotto il pilastro, che corrisponderebbe al periodo di ristrutturazione della chiesa in epoca rinascimentale. (GULL, FRONTI, ROMAGNOLI, WICK, 2001)
 

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